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15 Novembre 2024

EPIDERMOLISI BOLLOSA (EB)

Terapia innovativa al Santobono-Pausillipon

EPIDERMOLISI BOLLOSA (EB)

Che cos’è

L’epidermolisi bollosa (EB) è una patologia rara e fortemente invalidante, caratterizzata dalla presenza di bolle ed ulcerazioni a carico dell’epidermide e delle mucose interne che si verificano spontaneamente o a seguito di lievi contatti o frizioni. Da questa estrema fragilità deriva l’ulteriore nome con cui è conosciuta la malattia, ovvero «sindrome dei bambini farfalla», paragonando la delicatezza della pelle a quella delle ali di una farfalla, per cui anche un tocco leggero può essere estremamente dannoso.

Nel nostro Paese si stima che le persone affette da epidermolisi siano 1500, con un’incidenza di un paziente ogni 82.000 nati. Su scala globale, invece, la patologia colpisce uno ogni 17.000 nati. 

Come si trasmette

L’epidermolisi bollosa è una malattia genetica; a seconda della tipologia di manifestazione, può essere trasmessa in maniera autosomica recessiva. Da genitori portatori sani di epidermolisi bollosa, c’è una probabilità del 25% che il figlio sviluppi la malattia. La trasmissione può avvenire anche con modalità autosomica dominante, ovvero un genitore affetto dalla patologia ha il 50% delle probabilità di trasmetterla ai figli.

Principali segni e sintomi

L’epidermolisi bollosa si manifesta in genere nel periodo neonatale o nella prima infanzia, e i primi sintomi compaiono solitamente nelle ore immediatamente successive alla nascita, anche se alcune persone rimangono asintomatiche fino all’adolescenza o all’età adulta. Sono quattro le forme in cui si manifesta la malattia: EB simplex, EB giunzionale, EB distrofica ed EB di Kindler.

EB simplex: Rappresenta oltre il 50% dei casi di epidermolisi bollosa. La malattia si manifesta in forma meno grave, in quanto colpisce prevalentemente l’epidermide e più raramente le mucose. Le lesioni generalmente guariscono quasi senza lasciare cicatrici e le complicazioni a cui possono andare incontro sono le infezioni. Esiste anche un sottotipo lieve localizzato che causa formazione di vescicole sui palmi delle mani e sulle piante dei piedi.

EB giunzionale: Le forme giunzionali presentano lesioni in uno strato cutaneo più profondo, situato tra il derma e l’epidermide, hanno dimensioni maggiori e, in larga parte, intaccano le mucose. La manifestazione meno grave della patologia evidenzia lesioni a mani, gomiti, piedi e ginocchia e si attenua dopo l’infanzia. Possono, inoltre, registrarsi: mancato sviluppo dello smalto dentale, alopecia e malformazioni alle unghie. Tuttavia, la sindrome può interessare, oltre alla pelle, anche le mucose interne, tra le quali quelle di bocca, ano, gola. In queste ultime due manifestazioni, vengono compromesse le capacità di mangiare e deglutire a causa dei dolori connessi. La forma giunzionale nella sua forma più grave può essere letale fin dai primi anni di vita del paziente e si presenta in circa nell'1% dei casi totali.

EB distrofica: presenta compromissione o assenza di fibrille di ancoraggio, essenziali per l'integrità funzionale della giunzione dermoepidermica. Ciò determina una formazione generalizzata di bolle e ferite costante nel tempo, e di un’intensità tale da lasciare cicatrici sul corpo. Possono essere colpite: la mucosa orale e gastrointestinale e l’intera superficie cutanea. Spesso, durante la nascita, ampie aree cutanee tendono ad ulcerarsi. Le cicatrici provocano, inoltre, una serie di complicanze, tra le più diffuse la pseudosindattilia e le deformazioni articolari.

EB di Kinderè una forma rara e complessa che si distingue per la presenza di bolle a livello epidermico e giunzionale. Questa forma può manifestarsi con iperpigmentazione reticolare della pelle e fragilità cutanea progressiva. I sintomi possono includere bolle sulle mani e sui piedi, fotosensibilità e un'alta predisposizione alle lesioni cutanee. Col passare del tempo, possono verificarsi complicanze come la pseudosindattilia e la stenosi esofagea, che possono influenzare la capacità di alimentarsi normalmente.

Diagnosi
In assenza di una cura risolutiva, benché siano in corso di sperimentazione trattamenti tra cui la terapia genica, ad oggi il sostegno al paziente è focalizzato sull’evitare la comparsa delle bolle e sulla diagnosi precoce della malattia. Solo grazie ad una diagnosi precoce, infatti, è possibile per i pazienti e i caregivers adottare un adeguato sistema di azioni curative e preventive, tra cui la protezione della cute e la cura delle ferite, al fine di evitarne la formazione di ulteriori e prevenire pericolose infezioni secondarie. La diagnosi prevede l’osservazione clinica, l’analisi istologica ed immunoistochimica previa biopsia cutanea e test genetici di conferma. Nel corso degli ultimi vent’anni sono stati identificati tredici geni responsabili delle diverse varianti di epidermolisi bollosa che codificano per proteine strutturali espresse nella membrana basale cutanea o nell’epidermide.

Terapia

La terapia è prevalentemente sintomatica e rivolta soprattutto a risolvere le lesioni e le ulcere (che rendono difficile la qualità di vita dei pazienti) oltre anche le complicanze che queste procurano.

 Solo da pochi mesi si è aperto uno spiraglio terapeutico per alcuni di questi pazienti. Si tratta di un nuovo farmaco topico a base di triterpeni di betulla, disponibile da pochissimi mesi anche in Italia e rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale per il trattamento di ferite a spessore parziale associate a  epidermolisi bollosa  (EB) distrofica in pazienti a partire dai 6 mesi di età.

I pazienti italiani affetti da epidermolisi bollosa hanno un'arma in più per affrontare la patologia: il farmaco Filsuvez Gel, infatti, è ora rimborsabile nel nostro Paese. L'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), con la determina del 1º marzo 2024 pubblicata in Gazzetta Ufficiale (Serie Generale n. 63 del 15.03.2024), ha inserito il medicinale in classe H ai fini della rimborsabilità. L'indicazione terapeutica è il trattamento di lesioni a spessore parziale associate a epidermolisi bollosa distrofica nella forma recessiva (RDEB) 

La prima paziente nel sud Italia, è stata trattata dalla dottssa Filomena Barbato dermatologo presso AORN Santobono Pausilipon, circa 4 mesi fa ottenendo risultati entusiasmanti e si spera che la ricerca faccia sempre ulteriori progressi cosi da fornirci delle armi per migliorare la vita dei pazienti.

 

 Bibliografia

J. JAMA Dermatol. 2016;152(11):1231-1238. doi:10.1001/

Petrof et al. British Journal of Dermatology 2022

Has C, et al. Br J Dermatol 2020;183:614-27

Bageta M, et al. J Dermatol Venereol 2021;2:20-21

Goldschneider, 2014; Denyer, 2017; El Hachem, 2014; Denver, 2017; Tang JY et al. Orphanet J Rare Dis 2021;16:175; Bruckner et al. 2020

Kern JS et al. Br J Dermatol. 2023;188(1):12-21.

Torres-Pradilla M. et al. LB1791 Journal of Investigative Dermatology Volume 143, Issue 9, PB34, Sept 2023.

 

Dott.ssa Filomena Barbato - Specialista in Dermatologia e Venereologia - Coordinatore Gruppo Malattie cutanee rare e genodermatosi - ADECA