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11 Giugno 2023

Cladosporium

Cancerogeno?

Cladosporium

Il Cladosporium è una muffa ubiquitaria. Le sue spore sono particolarmente allergizzanti. Predilige zone umide e pertanto è maggiormente presente in luoghi quali cantine o sotterranei. All’aperto colonizza le coltivazioni ed il terreno ed è molto patogeno per le piante. Xerofilico e psicrofilo, non avendo bisogno di molta acqua e sopravvivendo a bassa temperatura contamina spesso gli alimenti in frigorifero. Si riproduce in maniera asessuata. Raramente è patogeno per gli esseri umani determinando infezioni cutanee e polmonari.

Le spore sono molto allergizzanti e determinano reazioni allergiche di tipo I (es. asma) e di tipo III (es. polmonite da ipersensibilità). Sono stati riportati casi di infezioni opportunistiche quali infezioni cutanee, onicomicosi, cheratiti, sinusiti, polmoniti. Ovviamente i pazienti immunodepressi sono maggiormente suscettibili a contrarre l’infezione.

Tuttavia in due studi pubblicati su Mycoses (Annesi G. et al. 1992 e Grugniani H.C. et al. 2000) sono stati riportati casi di Feoifomicosi superficiali e sottocutanee provocate da Cladosporium in individui sani.

Il primo paziente, di anni 54, presentava lesioni papulose marroni-rossicce su ginocchia e cosce. La biopsia mostrava un infiltrato granulomatoso con numerosi elementi fungini sparsi nel derma ed all’interno di cellule giganti.

Il secondo paziente, di anni 25, presentava una componente squamosa suppurativa sulla gamba destra trattata e guarita con fluconazolo.

D’altro canto, attualmente, l’interesse per questo microrganismo è dato da uno studio che lo correla al carcinoma del colon. La ricerca era partita dall’osservazione del marcato aumento dell’incidenza del k colon in pazienti giovani (età inferiore ai 55 anni), in buona salute, con una corretta alimentazione e dediti ad attività sportive. I ricercatori (Weinberg B. et al.) hanno pensato di controllare il DNA dei microrganismi nei tumori per evidenziare eventuali alterazioni nel microbioma intestinale.

Cladosporium era di gran lunga maggiormente presente nei tumori dei pazienti giovani rispetto ai pazienti più anziani, mentre tra i due gruppi non apparivano significative differenze nella flora batterica. Attualmente si pensa che il micete potrebbe modificare il DNA delle cellule intestinali. Lo sviluppo improprio del Cladosporium nell’intestino sarebbe correlato allo smodato uso di antibiotici degli ultimi anni che avrebbe creato un dismicrobismo cronico intestinale favorendone la crescita. Come già detto esso determinerebbe poi una trasformazione del DNA cellulare che porterebbe alla trasformazione neoplastica.

Ove mai questi studi preliminari confermino la correlazione tra Cladosporium e k colon, si potrebbe pensare di ricercarlo nelle feci come screening per la prevenzione oncologica insieme a sangue occulto nelle feci che già viene effettuata di routine nei pazienti tra i 50 e i 74 anni dai medici di medicina generale.

 

Bibliografia:

·        Lorenzo Tramontana 30 luglio 2020 Microbiologia Italia

·        Annessi G. et al. 1992 “Cutaneous phaeohyphomycosis due to Cladosporium cladosporioides”, Mycoses

·       Grugniani H.C. et al. 2000 “Case report. Subcutaneous phaeohyphomycosis due to Cladosporium cladosporioides”, Mycoses

 

Dott. Mariano Saviano - Specialista in Dermatologia e Venereologia – Coordinatore Gruppo Adecanews ADECA

Dott. Flora De Natale - Specialista in Dermatologia e Venereologia - Vicepresidente ADECA