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24 Giugno 2023

CANDIDA AURIS

Dati del Ministero della Salute

CANDIDA AURIS

La Candida auris deve il suo nome al fatto che fu isolato per la prima volta, in Giappone, nell’orecchio di una paziente nel 2009. In Italia il primo caso di infezione invasiva si è verificato nel 2019. È stato isolato in vari siti corporei, soprattutto sulla pelle e in misura minore, nelle vie respiratorie e urogenitali.

È un patogeno emergente che risulta abbastanza pericoloso per i seguenti motivi:

·        è molto resistente agli antimicotici;

·        molti laboratori non hanno una tecnologia adeguata per poterlo identificare;

·        può essere asintomatico colonizzando pertanto i pazienti in maniera cronica;

·        può dare epidemia in ambito sanitario e nelle comunità;

·        è molto infettivo e nonostante di solito non sia invasivo può causare infezioni letali;

·        crea una sorta di biofilm che lo protegge dai disinfettanti.

Si trasmette con contatto diretto o tramite superfici o dispositivi medici contaminati. Ovviamente sono maggiormente a rischio pazienti cronici, ospedalizzati immunodepressi, pazienti sottoposti a manovre mediche invasive. I quadri clinici più frequenti sono: infezioni ematiche, intra-addominali, infezioni di ferite, otiti. La diagnosi si fa tramite coltura, però non tutti i laboratori sono in gradi di differenziarlo da altre Candide.

La terapia si basa sull’uso di echinocandine. Molteplici sono i casi di resistenza. Inoltre anche dopo la terapia la colonizzazione persiste a lungo. È importante tracciare i contatti. I pazienti vanno isolati ed il personale sanitario deve indossare materiale monouso. Fondamentale è l’accurata disinfezione di mani e strumentazione sanitaria.  

Bibliografia:

·        Candida auris (salute.gov.it) 

Dott. Mariano Saviano - Specialista in Dermatologia e Venereologia – Coordinatore Gruppo Adecanews ADECA

Dott. Flora De Natale - Specialista in Dermatologia e Venereologia - Vicepresidente ADECA